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DEISTITUZIONALIZZAZIONE
Applicazione, effetti ed eredità della riforma psichiatrica italiana (1961-2022)
Seminario 8-9 maggio 2024

Mercoledì 8 maggio 2024 ore 09:00
Pubblicato: Giovedì 2 maggio 2024
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8-9 maggio 2024
ore 9.30-18
Sala lauree Terracini (Palazzo Nuovo)
Via S. Ottavio 20, Torino
Link per partecipazione online
Pw:D eHist
Numero riunione: 27940482869

 

Il percorso italiano per la deistituzionalizzazione degli ospedali psichiatrici ha rappresentato un unicum che, anche grazie all’approvazione, nel maggio 1978, della legge n. 180 – ribattezzata “legge Basaglia” e assorbita nello stesso anno dalla legge n. 833 istitutiva del Servizio sanitario nazionale –, ha reso l’Italia il cuore di un confronto internazionale sulla gestione e sulla cura del disagio mentale e sul reinserimento sociale e territoriale dei soggetti vulnerabili e psichicamente fragili, con influenze rilevanti sul funzionamento e sulla fisionomia delle varie “istituzioni totali”, dai manicomi alle carceri, dagli istituti per minori a quelli per le donne, dai centri per disabili a quelli per gli anziani.

Ciò che riassumiamo con il termine deistituzionalizzazione non è stata infatti solo chiusura dei manicomi, ma è stata soprattutto una proposta politica e sociale, misurata sul terreno delle pratiche, volta a ridefinire i rapporti di potere tra autorità e soggetti più deboli in favore di questi ultimi, o meglio, in senso più lato, a riformulare la relazione tra gli individui e la società. Non a caso Franco Basaglia parlava di  «rovesciamento istituzionale», in quanto «La polemica al sistema istituzionale esce dalla sfera psichiatrica, per trasferirsi alle strutture sociali che lo sostengono, costringendoci a una critica della neutralità scientifica, che agisce a sostegno dei valori dominanti, per diventare critica e azione politica» (L’istituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico , Einaudi 1968).

Deistituzionalizzazione diventava dunque una parola chiave, come ricordava Franco Rotelli, noto collaboratore di Basaglia e poi direttore dei servizi psichiatrici triestini, secondo il quale il «problema diventerà non la “guarigione” ma la “emancipazione”, non la riparazione ma la riproduzione sociale della gente, altri direbbero il processo di singolarizzazione e ri-singolarizzazione» (Quale psichiatria? Taccuino e lezioni, Edizioni Alphabeta Verlag 2021).

Siamo sempre più convinti che il lavoro terapeutico sia questo lavoro di deistituzionalizzazione volto a ricostruire le persone come attori sociali, a impedirne il soffocamento sotto il ruolo, il comportamento, l’identità stereotipata e introiettata che è la maschera sovra determinata di malati. Che curare significhi occuparsi, qui e ora, di far sì che si trasformino i modi di vivere, sentendo la sofferenza del paziente, e che insieme si trasformi la sua vita concreta quotidiana (Quale psichiatria? Taccuino e lezioni, Edizioni Alphabeta Verlag 2021).

I processi di deistituzionalizzazione 

Il seminario intende approfondire con un approccio interdisciplinare le modalità di applicazione e gli effetti della riforma psichiatrica italiana sul breve, sul medio e sul lungo periodo, le caratteristiche delle varie esperienze territoriali, il ruolo degli attori istituzionali e del terzo settore, le eredità della riforma psichiatrica. Esso mira ad analizzare il rapporto tra il processo di deistituzionalizzazione e il mutamento generale dei modelli e delle pratiche di cura e di presa in carico delle persone in difficoltà, sofferenti o malate nei servizi sociali e assistenziali, internate o recluse, ben oltre il confine della malattia mentale.

La categoria di deistituzionalizzazione è dunque interpretata e discussa a partire dai dibattiti e dai cambiamenti che hanno coinvolto, dagli anni Sessanta in avanti, la psichiatria, le istituzioni per minori, per donne e per disabili, le carceri, gli ospedali psichiatrici giudiziari e le rems, le strutture per gli anziani, ecc. L’obiettivo è ricostruirne le varie definizioni e interpretazioni alla luce delle diversificate pratiche ed esperienze, di analizzarne il cambiamento nel tempo col mutare dei contesti di riferimento e di capire l’utilizzo e l’utilità della categoria della deistituzionalizzazione nelle odierne politiche e pratiche di cura e di presa in carico delle persone sofferenti e in difficoltà.

 

Il seminario rientra tra le azioni del PRIN 2022 Narrazione e cura. La deistituzionalizzazione del sistema manicomiale in Italia: storia, immaginario, progettualità (dal 1961 a oggi), Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali – Università di Cagliari, Dipartimento di Studi Storici – Università di Torino, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere – Università di Pisa

Per info scrivere a davide.tabor@unito.it
Sito web Narrazione e cura

Programma

ore 9-13

  • Daniela Adorni
    Istituzionalizzazione, deistituzionalizzazione, reistituzionalizzazione
  • Michele Miravalle, I riflessi della deistituzionalizzazione sul campo penale: la psichiatrizzazione del carcere
  • Davide labor, La riforma psichiatrica italiana e la sua applicazione
  • Giuseppina Scavuzzo, Costruire la deistituzionalizzazione. Psichiatria e architettura tra gli anni '60 e '70
  • Caterina Corbascio, Dal manicomio alla salute mentale: un percorso a due vie
  • Barbara Gagliardi, La violenza ostetrica e ginecologica in ospedale e nelle istituzioni totali: modelli e strumenti organizzativi a tutela delle pazienti

ore 14,30-18

  • Barbara Bosi, Alessandra Mossa, Far spazio alla follia. Le geografie della deistituzionalizzazione: il caso di Torino
  • Filippo M. Paladini, Infanzie segregate. Resistenze al cambiamento negli istituti per l'infanzia e lotte per la deistituzionalizzazione psichiatrica
  • Giovanni Torrente, La chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari: un caso di deistituzionalizzazione?
  • Giovanni Garena, Luciano Tosco, Politiche e percorsi di deistituzionalizzazione negli anni '70-'80 Alessandro Zennaro, Il metodo imperfetto. La psicologia clinica dimezzata
  • Amalia Campagna, Il contributo dell'etnografia allo studio dei fenomeni di istituzionalizzazione: sguardi da una REMS in periodo pandemico
  • Claudio Foggetti, C'era una volta "quel" Mainero, ora non pi nel caso torinese. Casi concreti di alcune strutture assistenziali

ore 9,30-13

  • Nicoletta Bosco, Le parole per dirlo: riflessioni sull'ambiguo statuto del rapporto tra istituzionalizzazione e deistituzionalizzazione nel caso degli anziani non autosufficienti
  • Fabrizio Gambini, La resistibile ascesa della medicalizzazione della psichiatria
  • Carlotta Mozzane, Il ruolo del servizio sociale nel processo di deistituzionalizzazione. Esperienze professionali nei vent'anni dopo la ''legge Basaglia" Incanto e disincanto delle politiche sulla disabilità I GenZ "Prever" (1.1.S. Prever Pinerolo)
    L'eredità di una rivoluzione. Diario di un'esperienza didattica

ore 14,30-18

  • Stefania Collina, Non c'è niente da ricordare: le parole da inciampo degli ex lungo-degenti nel superamento manicomiale
  • Paolo Bianchini, Francesco Pongiluppi, Deistituzionalizzare la scuola. Le 150 ore come modello scolastico alternativo nell'Italia degli anni '70
  • Elena Stroppiana, Femminismo ed esperienze della deistituzionalizzazione sul territorio: dalla materialità dell'oppressione alla soggettivizzazione di tutte
  • Costanza Agnella, L'applicazione del "modello assistenziale" in un'istituzione correzionale femminile negli anni '60 e'70: il caso del Buon Pastore di Torino
  • Luigi Gariglio, La contenzione nei servizi psichiatrici di diagnosi e cura. Uno studio etnografico

 

Ultimo aggiornamento: 02/05/2024 11:34
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